Cioccolato e religione: il cibo degli dei, l’evoluzione durante i secoli

Cioccolato e religione: la storia di un legame importante

Cioccolato e religione: il cibo degli dei, l’evoluzione durante i secoli

Il cioccolato veniva usato nei riti Maya e nei secoli la religione ha continuato a parlarne e venerarlo come cibo degli dei: vediamo alcuni dei principali passaggi

Cioccolato e religione formano un binomio che si protrae da secoli. Oggi siamo talmente abituati a vedere il cioccolato nelle nostre case, che è raro che ci fermiamo a pensare al lunghissimo viaggio nel tempo che questo gustosissimo dolce amato da tutti ha fatto per arrivare a noi, un percorso di ben circa 4.000 anni.

Proprio così, perché in realtà il cacao – che è appunto la materia prima che viene usata per produrre il cioccolato – era già conosciuto e coltivato molti secoli prima dell’Era Cristiana da parte dei popoli mesoamericani. Ci sono testimonianze però che rappresentano il cacao in epoca ancora più antica.

Una pianta che, per migliaia di anni, a causa dell’alta sensibilità alle condizioni ambientali e climatiche, è stata prodotta e consumata nell’America Centrale, popolata da Olmechi, Maya, Toltechi, Aztechi. Per molte di queste popolazioni e culture, i semi di cacao e i prodotti risultanti dalla loro lavorazione ebbero un ruolo centrale nei rituali religiosi.

La simbologia religiosa del cioccolato

Cioccolato e religione hanno un legame molto forte, il cacao infatti è stato legato per anni a una simbologia religiosa molto complessa. Nella cosmologia mesoamericana il cacao e il mais erano due prodotti fondamentali per la popolazione, preparati nelle bevande rituali con l’acqua sacra da donare agli dei o agli antenati per richiedere la fertilità delle terre coltivate.

Il cacao veniva associato al sangue e ai sacrifici agli dei di animali e prigionieri di guerra, chi ne possedeva, oltretutto, era ritenuto ricco o dotato di poteri politici. Sui vasi dei Maya e degli Aztechi spesso si trovano rappresentate bevande al cacao, ritenute dono per i re e usate come moneta negli scambi interni e internazionali. Il cacao veniva usato come dono in fase di alleanze tra leader politici. I semi che si trasformavano in una bevanda venivano considerati un vero e proprio tesoro.

Nel 1519 l’imperatore Montezuma II credette di vedere nel comandante Hernàn Cortès l’immagine del dio serpente piumato Quetzalcòatl e lo accolse donandogli una piantagione di cacao che, visto il valore economico, venne definita dal conquistador spagnolo “oro bruno”.

Cioccolato e religione: le credenze nei secoli

Francescani, domenicani, gesuiti, agostiniani e religiosi di altri ordini ricevevano tributi in natura dagli amerindi cristianizzati. Il cacao, ritenuto il cibo degli dei, continuava a occupare una posizione importante durante le cerimonie festive.

All’interno dei conventi e dei monasteri la cioccolata diventò una preparazione artistica raffinata. I religiosi apprezzavano il cacao e lo usavano anche per mitigare i digiuni canonici. Un nuovo costume che non tutti apprezzavano, la cioccolata era vista come una specie di pasto liquido nutriente, amato anche perché eccitava la sensualità.

Dagli ambienti ecclesiastici cattolici, il consumo di cioccolata si trasmise ad altri Paesi europei e nel XVIII secolo quella deliziosa bevanda detta anche “brodo indiano”, diventò una moda aristocratica, imitata dalla borghesia urbana. Tra l’Ottocento e il Novecento il cacao entrò a far parte delle abitudini alimentari occidentali, dove arrivarono tre differenti prodotti: il cacao in polvere, il cioccolato fondente e il cioccolato al latte.

E quindi, dal rapporto tra cioccolato e religione e dall’essere visto come prodotto esotico ricercato e consumato da pochi, l’antico “cibo degli dei” diventa ed è ancora oggi parte della moderna industria dolciaria, usato e consumato ormai praticamente da tutti e indicato dalla scienza medico-alimentare come salutare e benefico, nelle giuste quantità, anche per bambini, anziani, sportivi, militari, per i valori nutrizionali e le caratteristiche che presenta.

Cioccolato e religione: l’origine divina di questo prodotto

Concludendo questo racconto sul legame tra cioccolato e religione, possiamo dire che i motivi per cui questo dolce così gustoso e amato dalla maggior parte delle persone, nei secoli è stato associato alle credenze religiose e ritenuto il cibo degli dei, sono da ricercare nella storia.

Come abbiamo visto in questo articolo, in cui abbiamo riassunto soltanto alcuni dei passaggi fondamentali del percorso tra cioccolato e religione, secondo le primissime credenze delle varie popolazioni mesoamericane precolombiane, il cacao era una pietanza di origine divina, che veniva considerata da molti come il cibo degli dei. Passando poi alla religione cattolica, per anni fu attiva la diatriba tra chi riteneva che la cioccolata in tazza potesse rompere il digiuno religioso e chi invece la sosteneva importante per quei periodi. Una “lotta” durata quasi due secoli, che vide come protagonisti tutti gli ecclesiastici, ma non solo, persone di grande spessore nella società, tra cui papi, medici, filosofi, intellettuali e politici.

Per citare un altro simbolo che rappresenta il rapporto tra cioccolato e religione, fino ai secoli nostri, possiamo parlare dell’uovo di Pasqua, che dimostra ancora una volta quale alto simbolismo religioso assume il cioccolato.