Cioccolato sostenibile: che cosa sapere a riguardo

Cioccolato sostenibile, un consumo consapevole

Cioccolato sostenibile: che cosa sapere a riguardo

La produzione del cioccolato sostenibile non sempre è possibile, purtroppo, ma le grandi aziende si stanno adoperando per renderla tale: vediamo come

Quanto adoriamo mangiare il cioccolato? Uno dei dolci più famosi e amati al mondo da tutti, grandi e piccini. Gustarlo infatti porta al nostro corpo e alla nostra mente una immediata sensazione di benessere e piacere.

È giusto sapere però che oggi si sta lavorando sempre più per rendere il cioccolato sostenibile, perché dietro a questa prelibatezza purtroppo si celano spesso delle piaghe quali il lavoro minorile, lo sfruttamento e la deforestazione. Questo non significa che dobbiamo smettere immediatamente di mangiarlo, ma che abbiamo la possibilità di scegliere una tipologia di cioccolato sostenibile. L’importante è essere a conoscenza della sua esistenza e sapere quali prodotti acquistare.

Non è facile parlare di cioccolato sostenibile, si tratta infatti di un argomento complesso. Proviamo comunque a dare alcune nozioni base, che potrebbero essere utili e apprezzabili da chiunque.

La produzione del cacao

I semi del cacao nel mondo provengono quasi esclusivamente dai Paesi dell’Africa occidentale, per il 10% circa, e quindi dalla Nigeria, dalla Costa d’Avorio, dal Camerun e dal Ghana. Quest’ultimo Paese, insieme alla Costa d’Avorio, è il più grande produttore di cacao: nei due Stati appena citati infatti si concentra la produzione di oltre il 50% del cacao mondiale. Anche Indonesia, Ecuador e Brasile seguono l’Africa nella lavorazione del cacao.

La quasi totalità del cacao è coltivato da circa 6 milioni di contadini che gestiscono piccole aziende familiari, dalle grandi piantagioni ne proviene solo il 5% circa. In Africa soprattutto, il reddito primario delle famiglie dipende dalla coltivazione del cacao, lavoro molto faticoso, che richiede parecchia cura per la raccolta dei semi.

Cioccolato sostenibile: combattere il lavoro minorile

Il lavoro minorile è una delle prime piaghe che dovrebbe essere debellata. Le prime denunce di sfruttamento di minori nelle piantagioni di cacao iniziano alla fine degli anni Novanta, le multinazionali da quel momento hanno aumentato sorveglianza e controlli, ma con scarso successo.

Sono tantissimi i bambini che lavorano nelle piantagioni (oltre 1,56 milioni), soprattutto in Ghana e Costa d’Avorio, tutti piccoli minorenni dai 5 ai 17 anni e tutti maneggiano ogni giorno utensili e attrezzi potenzialmente molto pericolosi.

Le multinazionali lavorano per una coltivazione del cioccolato sostenibile, diminuendo lo sfruttamento minorile, ma non avendo in possesso le piantagioni e acquistando le fave di cacao dai produttori non è certo facile, tutt’altro. È chiaro che però si debbano farei i conti con l’eticità dell’industria del cioccolato.

Per quanto riguarda i proventi risultanti dalla produzione e dalla vendita di cioccolato, solo il 5-6% viene incassato dai produttori della materia prima, il resto è tutto nelle mani delle multinazionali che trasformano le fave di cacao e distribuiscono i prodotti lavorati. E quindi, il cioccolato – ottenuto a così caro prezzo – lascia la sua terra e si trasforma in una fonte di ricchezza, però destinata ad altri.

Il problema della deforestazione

Non solo etica e sfruttamento minorile: nella coltivazione del cioccolato gioca un ruolo fondamentale anche il problema dell’impatto sull’ambiente. La superficie delle foreste pluviali si riduce a vista d’occhio e purtroppo, soprattutto in Africa, esistono troppe attività illegali di raccolta del cacao, che concorrono alla distruzione dell’ecosistema. Se continuiamo così, vista la continua e crescente domanda di cioccolato, secondo gli esperti entro il 2030 non ci sarà più nemmeno una foresta in alcune zone del mondo.

Noi che viviamo nelle aree “più fortunate” del pianeta e che possiamo permetterci di mangiare il cioccolato che i coltivatori semplicemente sognano, abbiamo il dovere di pensare di più a come funziona la sua produzione e quindi dovremmo tutti rivolgerci all’acquisto di cioccolato sostenibile, che proviene quindi da una coltivazione consapevole, che non sfrutta l’ambiente e le persone. Vi assicuriamo che è possibile. Essere più responsabili, per esempio assicurandoci che il cioccolato che gustiamo non venga da piantagioni illegali, che incrementano la deforestazione, è importantissimo.

Che cosa intendiamo per cioccolato sostenibile

Ed eccoci quindi arrivati al dunque: parlare di cioccolato sostenibile, come abbiamo detto in apertura, non è certo semplice. Ma dopo questa lunga premessa, assolutamente necessaria, la domanda è: ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa per rendere il cioccolato sostenibile e quindi cambiare gli aspetti negativi e potenzialmente pericolosi della coltivazione del cacao?

Certamente si, con un consumo più consapevole dei prodotti che si mangiano e della loro provenienza. Per rendere la produzione del cioccolato sostenibile si dovrebbe iniziare a far uscire dalla povertà i coltivatori  di cacao, eliminare senza alcun dubbio il lavoro minorile, diminuire il più possibile il disboscamento dannoso e le emissioni inquinanti.